Come l’intelligenza artificiale impatterà le Università italiane?
Occorre pensare in primo luogo all’IA e ai nuovi sistemi come ChatGPT non come avversari, ma come alleati, veri e propri acceleratori dei meccanismi di apprendimento. Nei prossimi anni le Università giocheranno un ruolo strategico in questo e potrebbero essere sulla frontline di un grande “Piano Nazionale di Formazione sull’Intelligenza Artificiale”, necessario per sviluppare competenza e consapevolezza sul supporto che le macchine possono offrirci. Ricerca, mondo accademico e sistema delle imprese dovranno lavorare a stretto contatto per costruire questo grande Piano con un orizzonte di investimento di almeno 10 anni.

Come la Luiss sta sfruttando il digitale per rinnovare la sua offerta formativa?
È da tempo che Innovazione ed Interdisciplinarità, insieme ad Internazionalizzazione ed Inclusione, rappresentano i pilastri della nostra strategia e delle nostre azioni quotidiane. Abbiamo lanciato 2 nuove Lauree Magistrali Digitali in “Marketing” e “Strategic Management” e avviato corsi di laurea che mixano saperi diversi, come “Law, Digital Innovation and Sustainability” e “Management and Computer Science”, per formare professionisti in grado di gestire le sfide del futuro. Lo facciamo con un nuovo modello di apprendimento detto “enquiry-based”, che li spinge ad investigare la realtà e in cui i docenti li allenano a creare contenuti e conoscenza.

Cosa possono fare gli Atenei per contrastare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro oggi fuori controllo?
Nei prossimi cinque anni, secondo gli ultimi dati del World Economic Forum, spariranno 83 milioni di posti di lavoro e se ne creeranno 69 milioni. Sarà un mercato del lavoro diverso dall’attuale per studentesse e studenti che intraprendono oggi un percorso universitario. Per questa ragione, è cruciale potenziare le attività di orientamento a partire dal 3° e 4° anno di liceo. In Luiss lo facciamo d’estate con le nostre Summer School (al via dal 12 giugno) per dare modo a ragazze e ragazzi di guardare tra i vari percorsi possibili e sceglierli con una consapevolezza nuova.

Un numero-chiave per voi, tra Roma e Firenze, è 42. Perchè la scuola di coding gratuita può contribuire a risollevare le competenze STEM che in Italia sono drammaticamente carenti?
Per contrastare il gap nelle competenze digitali e la piaga dei NEET, in cui siamo ultimi in Europa, Luiss ha importato il modello della scuola di coding “Ecole 42” in Italia, prima a Roma e poi a Firenze (per cui sono in corso le “Piscine” di selezione, ndr). Le scuole formano ogni anno centinaia e centinaia di coders, startuppers e veri e propri “campioni del digitale”. Si crea così occupazione e si dà un contributo di competenze alla transizione digitale dell’ecosistema aziendale e della PA, con un modello di formazione innovativo (in 42 non ci sono professori né classi) ed inclusivo (non servono titoli di studio e non si pagano rette).

L’Italia è penultima in Europa per numero di laureati: cosa deve fare il nostro Paese per interrompere questo processo? E come si possono attrarre studenti dei Paesi dell’area mediterranea?
Un campanello d’allarme, recentemente richiamato, è la chiusura negli ultimi 8 anni di 1.301 scuole (il 13% – dati MIUR) per mancanza di studenti. Demografia e formazione, quindi, dovrebbero far parte di una unica riflessione al centro dell’agenda politica. Se guardo alla formazione, occorre creare, oltre a quanto previsto dal PNRR, un Fondo Nazionale di inclusione e sostegno al merito, che preveda decine e decine di migliaia di borse di studio ogni anno per giovani ai quali è spesso negato l’accesso all’Università per ragioni economiche e sociali. Penso inoltre ad una partnership pubblico-privata che, attraverso benefici fiscali, coinvolga, quindi, anche il nostro sistema delle imprese nel finanziamento al Fondo stesso. E poi occorre guardare anche “oltre l’orizzonte” e sviluppare strategie efficaci per attrarre studenti internazionali: ad esempio, in Luiss abbiamo triplicato il numero dei laureandi dall’estero negli ultimi 5 anni. L’Italia ha un ruolo cruciale nel Mediterraneo: può diventare un grande hub formativo e costruire una nuova diplomazia della formazione e della conoscenza.