«Il sole può tramontare e risorgere. Per noi quando la breve luce si spegne resta un’unica eterna notte da dormire»
Catullo

Perdere un amico è un dolore immenso. Ma il ricordo dell’amico è quanto è dato a noi che restiamo come compagnia per i giorni che vengono. Il Professor Jean-Paul Fitoussi, che ci ha lasciati questa notte, è stato per l’Università Luiss un motivo di orgoglio, ma soprattutto un amico.
Economista di fama mondiale, illustre accademico, i suoi studenti, i professori e il personale lo ricordano come un mentore in grado di trasferire le sue conoscenze con semplicità e umiltà.

Ho avuto il privilegio di una sua prefazione al mio libro Erostudente, dove raccontavo la formazione che ritengo adatta al mondo in continua evoluzione che stiamo vivendo. Un mondo che corre veloce, ma che proprio per la sua crescente digitalizzazione ha più che mai bisogno di umanità, perché il progresso non sia solo sterile automazione. Se la tecnologia ci fa avanzare, Jean Paul ci ricordava, l’economia è fatta prima di tutto di uomini. Di sogni, di speranze, di ambizioni.

Ho parlato di life largelearning, lui è riuscito a coniugare questa idea con un modello che supera il concetto di PIL. Diceva Robert Kennedy che il PIL è in grado di descrivere tutto ciò che possiamo comprare, ma non quello per cui vale la pena vivere.
Jean Paul ha insegnato ai suoi studenti e a tutti noi che questo non è utopia, ma una idea raggiungibile e possibile. Che l’economia spiega il nostro mondo, ma non ciò che siamo, né quello che siamo destinati ad essere.

Ci ha lasciato un amico questa notte, ma il suo insegnamento rimarrà un tesoro su cui continueremo a costruire l’Università “a prova di robot” che abbiamo iniziato a disegnare in questi anni: forte, accademicamente solida, ma soprattutto umana.

Ciao, Jean Paul.