C’è un giorno per ogni cosa. Dal Pancake day, al Blue Monday, alla giornata della gentilezza. Alcuni giorni, però, forse meritano una riflessione più profonda. Uno di questi è l’Earth day, che ricorre il 22 aprile. Nei tempi interessanti che stiamo vivendo ora è diventato quanto mai importante allenare la consapevolezza. Vivere l’esperienza di una pandemia globale, benché dolorosa e carica di ricordi e memorie che vorremmo poter cancellare con un colpo di spugna, ci sta offrendo l’opportunità di riflettere su ciò che prima guardavamo velocemente. Sorvolavamo in modo sbrigativo spesso anche su questioni che avrebbero meritato più tempo per essere metabolizzate correttamente. Una di queste è la nostra consapevolezza ambientale. Il fenomeno Greta, da qualche tempo, ha contribuito ad aprirci gli occhi su quanto siano soprattutto i più giovani ad avere una spiccata conoscenza e sensibilità della sostenibilità. La cosiddetta generazione Alpha, che è successiva alla generazione Z: sono i nati tra il 2010 e il 2025, ha un forte senso etico e una marcata coscienza ambientale, che si riflettono anche nei loro comportamenti di acquisto e in ciò che chiedono alle aziende dalle quali comprano, o no, i prodotti. Secondo una recente analisi effettuata su un campione di bambini in quella fascia di età da Wunderman Thompson, società di consulenza e-commerce globale, il 59% di loro vorrebbe lavorare per salvare vite umane, il 51% desidera un lavoro in cui la tecnologia faccia la differenza, mentre il 67% afferma che la salvaguardia del pianeta sarà al centro della sua carriera. Sono una generazione di nativi digitali, ma che non vuole identificarsi del tutto con il digitale. Anzi, parlando di valori e ciò che secondo loro è importante nella vita, elementi come il gioco, il denaro, il telefono e i social media sono considerati prioritari solo da una frazione del campione (16%, 15%, 13% e 5% rispettivamente). Ben più importanti invece la famiglia, gli amici e la felicità (71%, 43% e 31%). Il loro futuro ha orizzonti più vasti del nostro. Soprattutto, include una maggiore attenzione agli aspetti che caratterizzano il lungo termine oltre al breve. Il virus ci ha resi diffidenti verso i nostri vicini, passati repentinamente dall’essere meri estranei a potenziale minaccia, ma ci ha anche dato una prospettiva differente sui nostri comportamenti abituali. Costretti a un brusco arresto della nostra quotidianità, abbiamo avuto l’occasione di misurare in prima persona la nostra impronta sull’ambiente. Basti pensare a quante tonnellate di CO2 sono state risparmiate sostituendo le riunioni di persona con riunioni in video-conferenza. E se le immagini dei canali di Venezia tornati limpidi e con i pesci hanno fatto il giro del mondo, abbiamo anche imparato ad apprezzare il silenzio delle nostre città, rotto solo dal cinguettio degli uccelli.
Il senso della giornata della Terra è ricordarci che siamo amministratori, non padroni del nostro pianeta. Le risorse a nostra disposizione sono tutt’altro che infinite e vanno maneggiate con cura, per evitare conseguenze irreversibili e dannose. La formazione ha la possibilità, unica e preziosa, di coltivare il suolo fertile della sensibilità dei nostri ragazzi. La consapevolezza, in definitiva, è la più grande lezione che abbiamo appreso dalla crisi.