
Sono 51, studiano alla Luiss: da Tamberi a Tortu a Pessina. Avola: “Il 30 in Analisi una grande soddisfazione”
“L’esame di diritto privato? Un incubo da non dormire la notte”. A parlare non è uno studente qualsiasi, ma Giorgio Avola, il fiorettista olimpico (oro a squadre a Londra 2012, 4 ori mondiali e 4 europei) che nel 2017 si è iscritto alla laurea triennale in Economia e Management presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma. “Dopo le Olimpiadi di Rio ho sentito che mi mancava qualcosa. Molti dei miei colleghi sono laureati, specialmente all’estero, e anche se ho investito la mia vita nella scherma ho fiducia ch un domani potrò essere una risorsa da valorizzare”.
Avola non è l’unico campione ad aver riaperto i libri nelle aule dell’ateneo capitolino, ma è parte di un team di top atleti che seguono il programma Luiss Sport Academy “Dual Career”, istituito nel 2015 all’interno dell’AS Luiss presieduta da Luigi Abete. Una classe ideale che oggi conta 51 eccellenze agonistiche, 9 delle quali hanno trascorso la pausa accademica a Tokyo 2020 riportando a casa tre ori con Gianmarco Tamberi, Filippo Tortu e Federia Cesarini e un argento con Luca Curatoli.
“Quattro grandi risultati che ci rendono orgogliosi: sono la testimonianza dell’impegno e del lavoro di questi ragazzi e la dimostrazione di come, con sacrificio e passione, sia possibile realizzare i propri sogni”, ha dichiarato il direttore generale della Luiss Giovanni Lo Storto. Alunni reduci dai 5 cerchi sono anche il canottiere Vincenzo Abbagnale, lo schermidore Davide Di Veroli e la ciclista Letizia Paternoster, mentre Donato Telesca, fresco di laurea in Economia e Management, è in Giappone per la Paralimpiade.
Del progetto, che prevede l’assegnazione di diverse borse di studio, fanno parte anche il centrocampista Matteo Pessina e, ultima arrivata, la sciatrice Sofia Goggia. Ognuno di loro beneficia di un tutor dedicato e di un calendario flessibile che concilia accademia e professione, ma a fare la differenza, come nello sport, sono la volontà e lo spirito di abnegazione. “Prendere 30 in Analisi 1 è stata una delle mie più grandi soddisfazione”, confessa Avola, che guarda agli studi come a un terreno ulteriore dove raccogliere fiducia in sé stessi: “Quando la nazionale di fioretto è stata eliminata dai Giochi di Tokyo, ho scritto al direttore Lo Storto per dirgli che ora comprendevo meglio il peso dell’oro vinto a Londra. Come atleti siamo allenati alla sconfitta, dobbiamo imparare che il dolore è un’emozione che può essere trasformata e a gioire delle medaglie altrui”.
Adesso, però, Avola deve tornare a studiare: a ottobre la laurea dove punta al massimo dei voti, e già da fine mese inizierà a prepararsi per l’esame più difficile, forse l’ultimo della sua carriera di sportivo: Parigi 2024.