F1-e1445502546871Entro il 2030, 375 milioni di lavoratori – circa il 14% della forza lavoro globale – perderanno la loro utilità per colpa dell’automazione.

Il dato arriva da un report di McKinsey, pubblicato ieri, che analizza lo spiazzamento che l’automazione provocherà nel prossimo futuro. Gli analisti stimano che una quota compresa tra 400 e 800 milioni di persone dovranno trovarsi una nuova occupazione, dal momento che le macchine penetreranno sempre di più nei settori industriali. Di questi, 375 milioni dovranno cambiare completamente lavoro.

Queste persone non sono però destinate alla disoccupazione – dovranno semplicemente imparare le nuove abilità che il lavoro richiederà. Tuttavia, questo è un problema non trascurabile, se si considera la scarsa spesa pubblica e delle aziende negli ultimi decenni per il supporto finanziario ai lavoratori (come i benefit in caso di transizione lavorativa) o la formazione al pensiero innovativo.

La maggior parte dei paesi presi in considerazione, mostra McKinsey, hanno sostanzialmente dimezzato il loro investimento nel mercato del lavoro negli ultimi vent’anni.

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Questa transizione risulterà nella necessità del mercato del lavoro di una mentalità completamente nuova. E quando queste nuove competenze saranno urgentemente necessarie, non si potranno semplicemente accantonare le persone per sostituirle con delle macchine.

Ad esempio, negli Stati Uniti c’è un crescente bisogno di formazione secondaria, la cui domanda da parte del mercato non è allineata con l’offerta.

Occorre un salto verso una nuova mentalità. I lavoratori dovranno prepararsi non solo a nuovi datori di lavoro, ma a occupazioni completamente nuove. Ciò richiederà un cambiamento non solo da parte dei datori di lavoro e dei policy-makers, ma anche da parte nostra, nel modo in cui concepiamo il lavoro.

Il lifelong learning, o meglio, il life largelearning, è sempre più urgente.

Dobbiamo iniziare sin dalla scuola a formare i bambini a una nuova flessibilità mentale e di risorse. Devono imparare ad essere più disposti al cambiamento che mai, perché è proprio a questo cambiamento che assisteranno nell’immediato futuro.